The Garden
- di Gaetano Palermo
- con Sara Bertolucci
- set design / drammaturgia dello spazio Antonino Leocata
- sound design / technical direction Luca Gallio
Tutto sarà com’è ora, solo un po’ diverso
The Garden è una danza immobile. Un fermoimmagine vivente. La visione sovraespo- sta di un’icona assoluta nella camera oscura del teatro. Il corpo di una donna giace prono per terra, inerte, immerso in un flusso di immaginari sonori capaci di ridefinirne ogni volta i contorni. Corpo abbandonato, caduto, sognante, morente. Corpo vibrante sotto le luci fioche di una ribalta senza spettacolo. Corpo che volteggia la propria resistenza al tempo in una stasi non alternativa al movi- mento, ma ad esso compresente. Eternità immanente. Paradiso paradossale il cui demiurgo finale si scopre essere lo spettatore, che con la sua capacità immaginale diviene soggetto agente della rappresentazione.

Tutto sarà com’è ora, solo un po’ diverso
The Garden è una danza immobile. Un fermoimmagine vivente. La visione sovraespo- sta di un’icona assoluta nella camera oscura del teatro. Il corpo di una donna giace prono per terra, inerte, immerso in un flusso di immaginari sonori capaci di ridefinirne ogni volta i contorni. Corpo abbandonato, caduto, sognante, morente. Corpo vibrante sotto le luci fioche di una ribalta senza spettacolo. Corpo che volteggia la propria resistenza al tempo in una stasi non alternativa al movi- mento, ma ad esso compresente. Eternità immanente. Paradiso paradossale il cui demiurgo finale si scopre essere lo spettatore, che con la sua capacità immaginale diviene soggetto agente della rappresentazione.